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Urolitiasi da urati d'ammonio e restrizione proteica?.


mercoledì 4 ottobre 2023


Urolitiasi da urati d'ammonio e restrizione proteica?

Gli uroliti da urato d'ammonio si verificano quando la concentrazione urinaria di acido urico, e di ione ammonio, risulta aumentato.
Generalmente, l'acido urico che deriva dal catabolismo delle purine viene efficacemente convertito, ad opera dell'enzima epatico uricasi, in allantoina, sostanza molto solubile che viene escreta dal rene ed eliminata attraverso le urine


La concentrazione sierica di acido urico deriva principalmente da due fonti di nucleotidi purinici: una esogena dovuta alle purine presenti nel cibo e una endogena dovuta alla biosintesi di purine necessarie per la sintesi di acidi nucleici.

Le purine vengono poi degradate con conseguente formazione di ipoxantina, convertita per azione dell'enzima xantina-ossidasi in xantina, e poi in acido urico. Quest'ultimo, come detto in precedenza, viene poi convertito dall'enzima uricasi in allantoina escreta, poi, con le urine.

Tuttavia, in alcuni soggetti, questa conversione non avviene in maniera efficace con conseguente aumento della concentrazione sierica di acido urico.

Nei cani di razza Dalmata, ad esempio, nonostante l'uricasi sia presente a livelli normali, la trasformazione dell'acido urico in allantoina risulta poco efficiente (soltanto il 30-40% riesce ad essere convertito in allantoina) a causa, probabilmente, di un difetto autosomico recessivo. Il risultato è un aumento dei livelli sierici e dell'escrezione urinaria di urati.

Inoltre, in questa razza, anche il riassorbimento dell'acido urico a livello dei tubuli renali è meno efficiente che nelle altre razze.

La conseguenza è un aumento della concentrazione urinaria di acido urico con predisposizione alla formazione di uroliti da urati (prevalentemente urati di ammonio).

I calcoli di urati non sono, però, una prerogativa della sola razza Dalmata, ma esistono anche altre razze, come i Bulldog inglese, lo Schnauzer nano, lo ShihTzu e lo Yorkshire terrier, che sembrano essere predisposte allo sviluppo di questa patologia. Inoltre, esistono alcuni fattori di rischio che possono facilitarne lo sviluppo in animali di qualunque razza. Tra questi ultimi vanno ricordati la presenza di shunt portosistemici (sia congeniti sia acquisiti) o di gravi disfunzioni epatiche che impediscono al fegato di convertire in maniera efficiente l'acido urico in allantoina.

Anche l'acidità delle urine sembra rientrare tra i fattori di rischio per lo sviluppo di questi uroliti, poiché, la solubilità delle purine, ed in particolare dell'urato di ammonio, dipende dal PH, risultando meno solubile in PH acido.

Nei soggetti che presentano uroliti di urati d'ammonio il primo approccio terapeutico dovrebbe essere quello di tentare una dissoluzione medica. Quest'ultima deve avere come scopo principale quello di aumentare il PH urinario e ridurre le concentrazioni di acido urico (e ammonio) nelle urine. Il primo passo deve quindi essere quello di improntare una corretta strategia dietetica.

Una alimentazione ad hoc dovrebbe essere utilizzata anche per ridurre il rischio di recidive.

Uno dei fattori nutrizionali chiave che deve avere la dieta per animali affetti da urolitiasi da urati è la restrizione di purine.

Il libro "Small animal clinical nutrition" inserisce tra i fattori nutrizionali chiave per la dissoluzione e la prevenzione dell'urolitiasi da urati la restrizione proteica, oltre a quella delle sole purine, suggerendo di mantenere la percentuale proteica della dieta compresa tra il 10 e il 18% su sostanza secca.

L'NRC indica come quantità minima di proteine raccomandate per un cane adulto il 10% su sostanza secca mentre FEDIAF il 18%.

Di conseguenza, applicare la restrizione proteica suggerita implica somministrare all'animale un alimento che non soddisfa i fabbisogni minimi proteici raccomandati da FEDIAF.

Ma questa restrizione è davvero necessaria? 

Ma soprattutto ha davvero senso utilizzarla anche come prevenzione e quindi nel lungo termine?

L'ACVIM (Small Animal Consensus Recommendations on the Treatment and Prevention of Uroliths in Dogs and Cats), infatti, nelle sue raccomandazioni per la dissoluzione medica degli uroliti da urati e per la prevenzione di eventuali recidive suggerisce diete che limitino l'assunzione di purine e non di proteine.

Ma purine e proteine sono la stessa cosa?

Le purine sono un gruppo di sostanze organiche azotate normalmente presenti nelle cellule viventi. Tra di esse le più diffuse sono la guanina e l'adenina, due basi azotate presenti nel DNA e nell'RNA.

Nell'organismo, come detto in precedenza, le purine presenti possono essere divise in due categorie, quelle endogene, ossia prodotte dal corpo durante la sintesi degli acidi nucleici e quelle esogene, ossia quelle che entrano attraverso l'alimentazione.

Per ridurne la presenza è, ovviamente, necessario lavorare su quelle assunte tramite la dieta poiché sono quelle che vengono principalmente catabolizzate dal fegato per essere trasformate in allantoina, eliminata poi tramite le urine.

Tra gli alimenti più ricchi di purine rientrano sicuramente le fonti proteiche normalmente utilizzate nelle diete di cani e gatti e questa probabilmente è la ragione per cui si parla di restrizione proteica per restringere le purine.

Tuttavia, esistono delle fonti proteiche, anche di elevato valore biologico, a basso contenuto di purine, che possono essere utilizzate nelle diete per cani e gatti affetti da urolitiasi da urati.

Se si utilizzano queste fonti proteiche si può ottenere una restrizione della quantità di purine assunte senza effettuare una drastica restrizione di proteine.

Qui di seguito elenchiamo gli alimenti in base al loro contenuto in purine.

ALIMENTI AD ELEVATO CONTENUTO DI PURINE (ossia contenenti un quantitativo compreso tra 150 mg e 800 mg di purine ogni 100 gr di alimento): alici, acciughe, sardine, aringhe, sgombri, cozze, salmone, fegato, rognone, cervello, selvaggina, reni, cuore e estratti di carne.

ALIMENTI A MEDIO CONTENUTO DI PURINE (ossia contenenti un quantitativo compreso tra 50 mg e 150 mg di purine ogni 100 gr di alimento): carni, pollame, pesce (esclusi quelli elencati sopra), crostacei, salumi, insaccati, legumi (piselli, fagioli, lenticchie), asparagi, spinaci, cavolfiori, prodotti integrali, crusca di grano, avena.

ALIMENTI A BASSO CONTENUTO DI PURINE (ossia contenenti un quantitativo compreso tra 0 mg e 50 mg di purine ogni 100 gr di alimento): uova, formaggi, verdure, ortaggi (tranne quelli indicati prima), pasta, pane, riso e cereali (tranne germe di grano e avena).

Come si può vedere uova e formaggi sono tra gli alimenti a basso contenuto di purine e, come tali dovrebbero essere fonti proteiche da preferire nei soggetti affetti da urolitiasi da urato.

Ovviamente, la dieta non dovrà avere un tenore elevato di proteine, ma se si utilizzano alimenti a basso contenuto di purine probabilmente non è necessaria una restrizione drastica di proteine, soprattutto se la dieta deve essere utilizzata per un lungo periodo.

Una dieta a moderato tenore proteico, ma a basso contenuto di purine, associata a una corretta alcalinizzazione delle urine (con mantenimento di un PH urinario compreso tra 7,1 e 7,5) e ad una corretta diluizione urinaria per evitare un peso specifico troppo elevato è sicuramente una strategia nutrizionale da provare per ottenere una dissoluzione medica degli uroliti da urati e, soprattutto, come spiega l'ACVIM, la raccomandazione da attuare per minimizzare il rischio di recidive.

BIBLIOGRAFIA:
- J.P. Lulich, A.C. Berent, L.G. Adams,  J.L. Westropp,  J.W. Bartges,  and C.A. Osborne. ACVIM Small Animal Consensus Recommendations on the Treatment and Prevention of Uroliths in Dogs and Cats .J Vet Intern Med. 2016 Sep-Oct; 30(5): 1564–1574.
- Delaney SJ & Fascetti AJ. Applied Veterinary Clinical Nutrition. (ed. Fascetti AJ and Delaney SJ. ). 2012 chapter 16
- MS Hand, CD Thatcher, RL Remillard, P Roudebush & BJ Novotny. Small Animal Clinical Nutrition 5th edition. ed. 2010, chapter 39
- Webinar organizzato da FNOVI "I calcoli urinari non sono tutti uguali: la gestione delle diverse urolitiasi nel cane e nel gatto" a cura del prof. Giacomo Biagi, 14 settembre 2021


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